Una GRAZIA…
Mancano ormai poche ore: ciò che auspicavano nel giorno dei
suoi funerali è ormai realtà. Giovanni Paolo II, insieme a Papa Giovanni XXIII,
sarà proclamato “ santo”.
San Giovanni Paolo II: c’è in questa breve espressione
qualcosa che, come abbiamo spesso raccontato, trascende noi stessi.
A pochi giorni dal Grande Evento ci chiediamo: che
cosa significa per noi, che siamo cresciuti con Giovanni Paolo II, tutto
questo? Che cosa significa per noi il riconoscimento della sua santità? Ci
rendiamo veramente conto della Grazia di cui siamo fatti dono, noi generazione,
forse, un po’ “ trascurata”, in un certo
senso penalizzata dal suo appartenere ad una fascia intermedia e, in qualche
modo schiacciata da una parte dalla generazione precedente, quella delle
contestazioni, e da quella successiva, quella internauta?
Non è facile spiegarlo, non è facile farlo
comprendere ad un giovane di 15 anni per il quale tutto sembra scontato. Vogliamo
però tentare di raccontare ad un adolescente quali sia il senso di quanto
stiamo per vivere, le ragioni per cui il mondo si stia mobilitando e centinaia
di migliaia di persone si raduneranno per lodare e ringraziare Dio. Vogliamo
dire a lui perché ci sentiamo una generazione privilegiata, nonostante tutto,
nonostante i drammi, le fatiche, le paure che stiamo vivendo, soprattutto in
termini lavorativi. Non è facile!!
Cari ragazzi, vi diranno, forse, che Giovanni Paolo II
ha cambiato il mondo per aver contribuito alla caduta dell’Impero Sovietico e
di altri regimi nel mondo; vi diranno che è stato il primo Papa ad entrare in
una Sinagoga e in una Moschea; vi diranno che ha compiuto importanti gesti
ecumenici, ha inventato le GMG, sua grande eredità ( e che eredità!!)…vi
diranno tanto altro.
Ma Giovanni Paolo II , prima di tutto, ha cambiato il
cuore di molti di noi indicando “ La Strada” e lo ha fatto non con parole e
gesti accattivanti, “ socialmente corretti” ma attraverso la sua vita, tutta la
sua vita.
Noi, giovani cinquantenni, ecco l’unicità della nostra
esperienza, abbiamo visto con i nostri occhi un uomo che veramente non aveva
paura di vivere la vita in pienezza, quando era vigoroso, ma, soprattutto,
quando era debole, privo della possibilità, prima, di camminare e, poi, di
parlare. Abbiamo visto un uomo ferito, colpito quasi a morte dalla cattiveria
dell’uomo, ma abbiamo visto anche un uomo che, dal letto del suo ospedale,
ancora in pericolo di vita, perdonava il suo attentatore.
Abbiamo visto un uomo che abbracciava i lebbrosi,
non nell’opulento occidente, ma in
sperdute isole del Pacifico. Abbiamo visto un uomo che non temeva di “ godere”
del Creato.
Abbiamo visto un uomo che offriva la sua sofferenza a
Dio per la salvezza dell’umanità.
Abbiamo visto un uomo che, due giorni prima di morire,
ha voluto salutarci “ scrivendo” la più bella enciclica che mai sia stata
pubblicata: abbiamo visto un uomo che ci ha insegnato a morire!!! Il resto lo
possono insegnare anche altri leader, altri intellettuali: ma questo no: non ci possono insegnare il
senso della morte, non ci possono insegnare a morire!!!
Abbiamo visto ed abbiamo capito, abbiamo creduto a
quelle parole da lui pronunciate quando noi, adolescenti, certo, non potevamo comprenderne il
significato. Egli, con voce forte, a tal punto forte da provocare non pochi
sussulti, anche tra i cerimonieri, disse: “Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo
del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su
questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi
– vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di
parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna”. Quali
parole profetiche, parole ancora attualissime. Abbiamo creduto perché lui, per
tutta la sua vita, ha permesso che Cristo entrasse pienamente nella sua vita,
sempre.
Un ricordo: al termine della
S. Messa, il Papa, tra lo stupore generale, percorse
Nel 2003, un Papa stanco e letteralmente piegato disse ai giovani: “Cari giovani, solo Gesù conosce il vostro cuore, i vostri desideri più profondi. Solo Lui, che vi ha amati fino alla morte (cfr Gv 13,1), è capace di colmare le vostre aspirazioni. Le sue sono parole di vita eterna, parole che danno senso alla vita..” Nella sua ultima GMG ripeteva la verità con cui aveva introdotto il suo Pontificato, lo faceva con una forza, se possibile, ancora più vigorosa, impetuosa . Ci commosse, ma anche ci provocò, constatare la fede di un uomo che, come avrebbe poi fatto pochi giorni prima di morire, abbracciava il Crocifisso, quasi volendo condividere la sofferenza di Cristo e così completare “ nella carne quello che manca ai patimenti di Cristo”.
In questi nove
anni,i diversi stili ecclesiastici si sono succeduti, stili che hanno
arricchito la Chiesa, sempre più maestra in un mondo sempre più complesso.
Eppure, a pochi giorni dalla canonizzazione, ci rendiamo conto di quanto siano
vere le parole pronunciate da Giovanni Paolo II…” I santi,
loro sono i testimoni visibili della santità misteriosa della Chiesa. Essi sono
rimasti i più umani degli uomini, ma la luce del Cristo ha penetrato tutta la
loro umanità. Lo slancio che li ha animati non invecchia affatto. Sono i santi
che la Chiesa beatifica e canonizza, ma anche tutti i santi nascosti, anonimi:
essi salvano la Chiesa della mediocrità, la riformano dal di dentro, direi per
contagio, e la trascinano verso quel che essa dev'essere. I Papi vengono a
inchinarsi davanti a questi servitori di Dio... [Incontro con i giovani a Lucca 23 set
1989]
Sì, domenica due Papi si
inginocchieranno davanti a due Santi che,
noi ne siamo certi, continueranno a
guidarci e ad intercedere presso Dio che ora “ vedono faccia a faccia”