domenica 31 marzo 2013


"TU SEI"

La Provvidenza ha voluto che, anche quest’anno, i giorni della Santa Pasqua coincidessero con i giorni dell’agonia e della morte del Papa. Non si tratta di una coincidenza casuale, ne siamo certi, ma un segno eloquente, per quanto misterioso. In fondo, tutta la vita del Papa ha avuto come centro il Mistero pasquale, come dimostrato  non solo da numerose sue poesie, ma anche dalla sua stessa esistenza.
Forse, solo dentro tale Mistero è oggi possibile comprendere anche gli ultimi anni, gli ultimi mesi, gli ultimi giorni di vita del Beato Giovanni Paolo II; è possibile comprendere le ragioni delle mancate dimissioni, scelta che, indubbiamente, sarebbero state giudicate, allora, come oggi, ragionevole “atto d’amore”. Ma il Papa non seguiva la logica del mondo, per quanto spiritualmente profonda e razionale, ma quella di Dio, di un Dio crocifisso.

La Resurrezione è la più grande verità che la famiglia umana possieda, e, malgrado si tenti di occultarla, essa emergerà sempre vittoriosa e parlerà quale verità, la più rispondente all’esistenza umana”. Questo proclamava il beato Giovanni Paolo II nel 1974. In tali parole possiamo riconoscere non solo la sapienza del pastore, del maestro, ma soprattutto l’esperienza intima, oseremmo dire, personale di un uomo che, anni prima,  percorrendo la Via della Croce a Gerusalemme,  si era immedesimato con quello “ spazio”, “il luogo dell’offerta”, come lo definì in una poesia: da questo luogo egli si sentì completamente accolto, abbracciato, inserito in un Mistero più grande, non solo spettatore e visitatore, per quanto sapiente e consapevole, ma protagonista degli Eventi che, come lui stesso disse nel 1971, avevano sfidato le leggi della natura: la condanna a morte sulla croce e la resurrezione!!
S.Pasqua 2005
Cristo, morendo in croce, ha reso visibile all'umanità intera il senso della Speranza, la sua ragionevolezza, la sua potenza. “ Egli ha aperto negli uomini uno spazio alla nascita, / ha rivelato in loro uno spazio di vita/ che sovrasta alle correnti del passano,/ che sovrasta alla morte”( Meditazioni sulla morte). In altre parole, ha rivelato l’eternità della sua creatura che neppure la crudezza del dolore potrà mai deformare e annichilire. Anzi, il dolore, la sofferenza, anche quella deformante, persino la morte, costituiscono l’essenzialità di un Mistero per cui è dato all'uomo di “ passar nella vita”. In un tempo in cui si parla molto di “ essenzialità”, Giovanni Paolo II ne aveva colto il suo reale ed inequivocabile significato: abbracciare la Croce, aderire ad essa, radicarsi in essa, perché da essa sola si rivela l’autentico destino dell’uomo. La Croce è l’Amore di Dio per ognuno di noi, rifiutarla significa rinunciare a Questo Amore senza limiti di Colui che è Misericordia. E Giovanni Paolo II non l’ha rifiutata!!
Ritornare all'essenziale non significa, quindi, un “ cambiamento di stile” o, come oggi va di moda dire, mirare ad una maggiore sobrietà esteriore. No, significa essere Tutto di Cristo al punto da poter dire: “ TU SEI,/ e dunque ho un senso, e scivolare nella tomba,/ passare nella morte,/ disfarmi nella polvere di irripetibili atomi/ - è per me parte della Tua Pasqua”. Vivere con una certezza così profonda, rende l’uomo “ compagno del Mistero”, avvinto dal Suo Amore” che supera ogni fatica, ogni difficoltà, ogni povertà umane. Dare del “ TU” ad un DIO che, per amore ha patito, condannato e vilipeso dalla sua stessa creatura, da Lui stesso salvata e redenta è la vera Rivoluzione per l'uomo di oggi, così solo e rassegnato: questo ha testimoniato, questo ha reso visibile e tangibile il Beato Giovanni Paolo II il 30 Marzo 2005, quando, nella sua ultima “udienza”, ha sublimato l’insegnamento di una vita, condiviso con noi, suoi figli,  fino alla fine.
Dare del " Tu" a Dio- Amore è ciò che auguriamo a tutti per vivere la S. Pasqua secondo la sequela dei Santi nostri amici, in particolare del Beato Giovanni Paolo II, nostro speciale protettore.