lunedì 24 dicembre 2012


Il Mistero del Natale: nel visibile l'Invisibile

Se l’amore tanto più è grande quanto più è semplice,
se il desiderio più semplice sta nella nostalgia
allora non è strano che Dio voglia
essere accolto dai semplici
da quelli che hanno candido il cuore
e per il loro amore non trovano parole.

Ed Egli stesso nell’offerta
c’incantò nella sua semplicità,
la povertà, la mangiatoia, il fieno.
La Madre, allora, sollevò il Bambino
e lo cullava tra le braccia
e nelle fasce Gli avvolgeva i piedi.
Miracolo – miracolo - miracolo!
quando proteggo Dio con la mia umanità,
da Lui protetto col Suo amore,
protetto col Suo martirio.


Giovanni Paolo II, come testimonia il suo segretario, viveva il Natale quasi immedesimandosi nel Mistero dell’Incarnazione;egli infatti, ogni giorno, ma in modo particolare la Notte di Natale,contemplava con cuore stupito la Nascita di Gesù, il “ Redentore del cosmo e della Storia”.
Questo suo “ mettersi in adorazione”, questo suo contemplare il Mistero,  in non poche occasione  si traduceva in una sorta di visione, propria dei poeti e dei mistici. I poeti, è bene ricordare, “ spiegano” gli eventi ridando loro la forza vitale, il senso reale e più profondo,quello che spesso sfugge nell’ abitudine dei gesti e delle mille parole, necessarie, ma non per questo sempre efficaci.
Di fronte alla Culla, di fronte allo sguardo di una Madre che “ sollevò il Bambino e lo cullava tra le braccia e nelle fasce e gli avvolgeva i piedi”, Karol Wojtyla, quindi,non poteva  che gridare “ Miracolo-miracolo-miracolo”. Ed il miracolo è il Mistero di un Dio che non ha avuto paura dell’uomo, si è fidato di lui a tal punto da accettarne la protezione; il miracolo è il Mistero di un Dio dal quale l’uomo viene “ protetto con il Suo, protetto col suo Martirio”.
Quando l’Arcivescovo Wojtyla celebrava a mezzanotte la S.Messa di Natale all’aperto, perché le autorità si opponevano alla costruzione della Chiesa, in fondo condivideva il medesimo stupore con la sua gente la cui condizione di disagio, di umiliazione rendeva ancora più tangibile e reale la nascita del Redentore. Anzi, il Pastore, poteva infondere ai suoi figli la speranza radicata nella certezza dei “ doni che solo Dio può dare”. Egli era credibile proprio perché era lì, la notte di Natale, al freddo polacco e non nella bellissima cattedrale del Wawel…
E nel 1979, nella sublime Basilica di S. Pietro, le parole del Papa facevano trasparire lo stesso stupore, la stessa letizia, la stessa certezza: Dio “ ha manifestato il proprio compiacimento nell’uomo, “ spesso schiacciato” da un destino che vuole costruirsi autonomamente, come se Dio non ci fosse, “ prigioniero di un tale destino, spesso vicino alla disperazione, minacciato nella coscienza del significati della propria umanità” . Eppure Dio, diventato uomo, si è fidato della nostra umanità, si è fidato, come amava dire il Beato Giovanni Paolo II “ di me e di te”. Compiacersi significa alla fine questo: condividere la gioia, condividere il palpito del suo Amore perché l’uomo, come disse Mons. Wojtyla nel 1968, “possa superare se se stesso” non in virtù della grandi scoperte scientifiche e tecnologiche,non per i successi ed i record umani, ma per il suo “ diventare Figlio di Dio che venne all’incontro con le aspirazioni che sono impresse nell’uomo: aspirazioni di oltrepassare se stesso, di ottenere di più, di essere ancora di più” [ 25 Dicembre 1968]
Quattro mesi prima di morire, nel suo ultimo Natale tra noi, il Beato Giovanni Paolo II, con lo sguardo ormai volto nell’abbraccio dell’Ineffabile, con la stessa forza, lo stesso vigore, la stessa limpidezza che 26 anni prima colpirono il mondo,ha  voluto condividere con l’intera umanità il mistero della sua vita, della nostra vita: IL REDENTORE DELL'UOMO, Gesù Cristo, è centro del cosmo e della storia.

Christus natus est nobis, venite, adoremus!
Cristo è nato per noi, venite, adoriamo!
Veniamo a Te, in questo giorno solenne,
dolce Bambino di Betlemme,
che nascendo hai nascosto la tua divinità
per condividere la nostra fragile natura umana.
Illuminati dalla fede Ti riconosciamo
come vero Dio incarnato per nostro amore.
Tu sei l’unico Redentore dell’uomo

BUON NATALE