1 MAGGIO
2011….1 Maggio 2012…la storia continua
“Proprio qui, su questi
sentieri nei boschi, ho visto crescere la santità…”.Nel primo anniversario
della Beatificazione del Grande Papa Giovanni Paolo II, desideriamo ricordare
le parole con cui la dott.ssa Wanda Poltawska ricorda i memorabili giorni di
un’amicizia che neppure la morte è riuscita a scalfire.
Lei già sapeva…chi
lo conosceva da una vita aveva già la consapevolezza di percorrere una strada
seguendo le orme di un santo.
Nonostante sia trascorso un anno, non è facile trovare
le parole per definire quanto si sia vissuto il 1 Maggio di un anno fa. Qualcosa
in fondo di atteso,ma anche sorprendente. Atteso perché tutti noi che eravamo
in Piazza S. Pietro quel giorno, da sempre eravamo consapevoli di “ vivere
accanto ad un Santo”; sorprendente perché non a tutte le generazioni è dato di
partecipare alla beatificazione di colui che considerano il “ loro Papa”.
Si può essere
indifferenti, distaccati, cinici, autosufficienti, superiori a “ certe cose”, ma solo una coscienza distratta può pensare
che nulla sia successo, nulla di straordinario sia accaduto per la Chiesa universale. In
realtà un Domenica 1 Maggio 2011 “ si è fatta la storia”.
Ogni parola per commentare l’evento può sembrare,
anche a distanza di un anno, piccola, insignificante, incapace di esprimere
l’ineffabile, ma forse ve ne sono tre che possono, pur parzialmente, descrivere
quanto si è vissuto.
1.
LETIZIA”, la letizia di una Chiesa
veramente gioiosa e unita. Non si era “lì” per difendere qualcuno, per
rivendicare un’identità o per militanza. Il Miracolo della Pentecoste si è come
reso visibile: parrocchie, movimenti, paesi, formazioni religiose diverse,
giovani e anziani, donne e uomini, famiglie, celibi e nubili, sani e malati…persino
un giovane che praticamente aveva le braccia la cui lunghezza non
raggiungeva una mezza manica!! Le disquisizioni teologiche, i dibattiti, i
ragionamenti sulle varie “ ermeneutiche” hanno lasciato il posto ad una fede vera che unisce, provoca,
converte.
2.
GIOIA, la gioia
di un popolo, anzi, di una famiglia, che si riuniva per far festa con il “
padre” la cui presenza era “ palpabile”, viva. Già da sabato sera l’attesa
aveva un “qualcosa” di particolare.
Lungo Via della Conciliazione e in Piazza S. Pietro, persone di paesi e
mondi diversi incrociavano il loro
sguardo; non c’era estraneità, ci si intendeva senza proferire parola: eravamo
lì per colui che in questi anni non abbiamo mai smesso di sentire “ padre e guida”.
3.
FIEREZZA, la
fierezza di chi non aveva più paura di ostentare un segno, una foto del Papa
che tanto ha amato e continua ad amare. Non aveva più paura di gridarne il
nome,non aveva paura di dichiarare, con semplicità e schiettezza, una vicinanza
che neppure la morte è riuscita ad interrompere. Quante persone ho sentito
dire: è il “ mio” Papa, “ il Papa della mia vita”. Sono qui “ per un gesto di
amore”; oppure: “ questa è la più bella notte della mia vita”.
Un anno fa abbiamo potuto constatare che c’è ancora un
enorme bisogno di Giovanni Paolo II, delle sue parole, della sua testimonianza.
Il beato Giovanni Paolo II continua a “ scuotere” come un ciclone le nostre
vite. Anzi, è come se la beatificazione
abbia fatto esplodere un amore, una vicinanza mai sopiti che aspettavano solo
l’occasione per esprimersi liberamente. Tutto questo è bello. Come è bello constatare
che la santità di Giovanni Paolo II non ha confini: musulmani, ebrei, giovani
ed anziani, Indiani, Americani, Asiatici, Africani…tutti sono raggiunti ancora
dallo “ sguardo” di un uomo che, con il suo “ sì” a Cristo, ci dice che è bello
credere, è bello essere uomini e donne che appartengono a Cristo. Pazzesco
E che questo sia vero è dimostrato da quanto
accaduto negli ultimi dodici mesi. Diocesi, in Italia e nel mondo, continuano a
promuovere iniziative per far conoscere sempre meglio un messaggio di fede che
ora si sta svelando in tutta la sua forza profetica e dottrinale.
In tutti i continenti in cui giungono,le
reliquie del Beato sono meta di un continuo pellegrinaggio da parte di un
oceano di fedeli, soprattutto giovani. Presso la sua Tomba uomini e donne,
giovani ed anziani continuano ad inginocchiarsi, a lasciare un fiore, un
biglietto, in un dialogo che non sembra aver fine. Non è esagerato né tanto
meno retorico riconoscere che la gente ormai viva in “ simbiosi” con il Beato, ne “ senta
la presenza, come se il tempo si fosse fermato”, secondo la felice sintesi
di Don Giovanni D’Ercole, curatore di una note trasmissione religiosa per la
Rai. Del resto, come testimoniato da Mons. Oder, Postulatore della Causa di canonizzazione,
Giovanni Paolo II è “ percepita come una
persona che può essere toccata, abbracciata e amata….un compagno di viaggio
sempre presente”.
Sì, il 1 Maggio 2011 resterà nella storia della Chiesa
e dell’umanità: abbiamo toccato con mano quali siano i frutti di santità di un
uomo che non ha avuto paura di donarsi completamente. Solo chi veramente “ sente il chinarsi di
Dio” su di sé, solo chi vive immerso nel
Mistero dell’Amore di Dio, è capace di un amore che non ha limiti, non
ha confini, non alza muri e steccati, non fa calcoli e continua per l’eternità.
Possiamo dire: siamo dei privilegiati, abbiamo fatto esperienza, e “facciamo”, del “ palpito
dell’Amore Dio” grazie ad un uomo che si è “ chinato su di noi” rendendo così reale e visibile l’Unica Verità che dà senso al nostro vivere e al nostro morire. Gesù Cristo, “ Redentore dell’uomo e della Storia”. E’
un dono grande che la Chiesa di offre, un dono che nessuno ha il diritto di
dilapidare e disperdere, nessuno.