domenica 27 maggio 2012


Lo Spirito Santo “ Persona – Amore”

Come un tempo mio padre mi ha messo in mano un libretto indicandomi la preghiera per ricevere i doni dello Spirito Santo, così oggi io, che voi chiamate “ padre”, desidero pregare con la gioventù universitaria di Varsavia”:
per il dono della sapienza, dell’intelletto, del consiglio, della fortezza, della scienza, della pietà, cioè del senso del valore sacrale della vita, della  dignità umana, della santità dell’anima e del corpo umano, e infine del dono
del timore di Dio..Ricevete da me questa preghiera che mio padre mi ha  insegnato e rimanetele fedeli. Così resterete nel cenacolo della Chiesa, uniti alla corrente più profonda della sua storia” 
Così confidava Giovanni Paolo II  il 3 Giugno  1979 parlando ai giovani universitari polacchi.
E’ meraviglioso vedere un Papa che tramanda ai “suoi figli” uno dei doni più preziosi che lui, da figlio, ha ricevuto da suo padre. C’è in questo gesto la semplicità di un Pastore che ha sperimentato, lui per primo, la forza che può
provenire dallo Spirito Santo quando è invocato con fede convinta e autentica.

Il 18 Maggio 1986 è stata pubblicata una Lettera Enciclica del Papa Giovanni Paolo II, purtroppo poco conosciuta da molti cattolici. Si tratta di un documento magisteriale, ma non solo, dedicato allo Spirito Santo: Dominum et
Vivificantem
. Non è dato saper  quale relazione ci sia tra l’episodio raccontato dal Papa e la Lettera Enciclica da lui scritta, ma è ragionevole supporre che vi sia un sottile quanto profondissimo legame: le pagine dell’’autorevole documento pontificio non sono “altro” che la rielaborazione in chiave dottrinale di un’esperienza che apparteneva al vissuto esistenziale di un Papa, non fine e illuminato teologo, ma “bambino di Dio” e “ mendicante” della forza dello Spirito.  Egli era pienamente consapevole che Dio “ si autocominica” all’uomo a cui è chiesta la stessa apertura del cuore con cui Maria ha accolto il Mistero in Lei. Il Papa  Beato ci ricorda che  mediante lo Spirito la Santo, che  è Amore, “la vita umana viene penetrata per partecipazione dalla vita divina ed acquista anch'essa una dimensione divina, soprannaturale” (III, 52). Ciò significa che il “ Padre e il Figlio prendono dimora” presso l’uomo e in tale “ comunione di grazia con la Trinità si dilata l’area vitale dell’uomo, elevata, così, al livello della vita divina”. In tal modo affermare che “ l’uomo vive in Dio e Dio” significa riconoscere che l’uomo nel’”intima relazione con Dio nello Spirito Santo” può comprendere “in modo nuovo anche se stesso e la propria umanità”.  Ancora una volta si può constatare come per il Beato Giovanni Paolo II “ le cose di Dio” non siano affatto disgiunte dalle “ cose degli uomini”.
o Spirito Santo , nel suo Mistero insondabile, non è un flusso magico assimilabile a forme esoteriche, è una “ Persona - Amore” che continua ad essere presente nell’uomo e per l’uomo sostenendolo lungo il cammino travagliato eppure stupefacente della sua esistenza. Lo sapeva bene il beato Giovanni Paolo II che, con coraggio ed ardore, sfidò le tenebre dell’odio e della divisione non contando sulle sue forze o sulla sua intelligenza e, tanto meno, sulla sua capacità organizzativa o acume politico, bensì solo sulla preghiera. E’ ancora nella nostra memoria quel grido, quell’invocazione allo Spirito Santo che tanto fece tremare il potere!!

“E grido, io, figlio di terra polacca e insieme io, Giovanni Paolo Il Papa,
grido da tutto il profondo di questo millennio, grido alla vigilia di
Pentecoste: Scenda il tuo Spirito!
Scenda il tuo Spirito!
E rinnovi la faccia della terra.
Di questa Terra!”

[ 2 Giugno 1979 ,Omelia Piazza della Vittoria a Varsavia ]