sabato 2 giugno 2012

 “Il Papa della famiglia” - 1

Quando nel 1994 Giovanni Paolo II indisse il primo incontro mondiale delle famiglie, forse non pochi si saranno chiesti le ragioni; forse qualcuno avrà espresso le proprie perplessità ritenendo superflue iniziative pubbliche di tal genere. Chi allora, anche all’interno della Chiesa, si dimostrò stupito, dubbioso,  forse non ricordava o non si rendeva conto di quanto la difesa del valore e della dignità della famiglia rappresentasse la sfida su cui si sarebbe giocato il destino dell’uomo e della società. Ma di questo Giovanni Paolo II era consapevole fin dai tempi del suo ministero sacerdotale ed episcopale a Cracovia quando, insieme ad un altro santo sacerdote, don Jan Pietraszko, diede vita all’ Ambiente”, un gruppo, prima solo  di studenti e giovani, poi di famiglie impegnate a vivere  pienamente la loro vocazione sostenute, aiutate, incoraggiate e guidate dal loro Wujek - Zio ( don Karol Wojtyla).
Come ricorda Przemyslaw Kwiatkowski, docente presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio Famiglia, verso la fine degli anni ’50, « dall’iniziativa di Jerzy Ciesielscy e di don Karol Wojtyla nacque l’idea di fondare  una “famiglia di famiglie”, ossia un gruppo di famiglie cattoliche unite con i legami di amicizia, che pensavano e guardavano la vita in una maniera simile, per scambiare le opinioni sui temi e problemi attuali, per aiutarsi a vicenda, per partecipare insieme agli eventi importanti della famiglie» ( da L’amore e la sua regola pag. 52).  Il gruppo, pur non istituzionalizzato, segue ( è ancora attivo!!)  la “ Regola per il gruppo delle coppie di sposi” scritta da Mons. Wojtyla, pubblicata in Italia solo nel 2009.
 L’iniziativa appare in tutta la sua eccezionalità se si considerano due aspetti per nulla irrilevanti. Innanzitutto gli  incontri avvenivano in un contesto politico e sociale che impediva ogni forma di aggregazione. I giovani e le famiglie, infatti “si incontravano in semiclandestinità”. Inoltre, altro elemento non da sottovalutare, don Karol, anticipando così le conclusione del Vaticano II, elaborava e promuoveva la cosiddetta pastorale familiare insieme a laici, uomini e donne che, attraverso la loro diretta esperienza, aiutavano il loro amico sacerdote a comprendere il vero significato del valore della famiglia, la “ Chiesa domestica” secondo la bellissima definizione dello stesso Giovanni Paolo II . Tutto ciò non accadeva nelle sedi istituzionali né secondo dei progetti predefiniti,  spesso espressioni di una forma di clericalismo, ancora oggi imperante, anche in Italia, bensì dentro un rapporto autentico e profondo vissuto nella quotidianità dell’esistenza, nella concretezza dei problemi, come ricordano i testimoni di questa straordinaria realtà. Si leggano, per esempio, le lettere che don Wojtyla, anche da Arcivescovo, inviava ai suoi amici, lettere da cui emerge un approccio cristiano,quindi reale e umano , nei confronti delle questioni che riguardano la famiglia. Oppure si leggano le testimonianze di Danuta Ciesielscy ( giovane vedova di Jerzy, co-fondatore del gruppo) o di Teresa Malecka le cui parole appaiono molto eloquenti: “era lui [ don Karol] la figura centrale dell’attività escursionistica, religiosa e anche del divertimento.; ma lo era soprattutto quale guida spirituale, partecipe in maniera evidente delle principali decisioni della nostra vita, particolarmente di quelle matrimoniali, sempre presente nella nostra vita familiare nei rapporti con i genitori e poi con i nostri figli e nipoti, interessato alle questioni professionali di ciascuno di noi. Con le diverse nomine ecclesiastiche o malgrado esse Wujek rimaneva sempre con noi in stretti rapporti, simili a legami familiari, a legami che si hanno con il papà e la mamma, Wujek creava un clima di assoluta sincerità, apertura, gli confidavamo anche le nostre questioni più personali, ad ogni tappa della nostra vita .
A tal proposito, rileggiamo quanto disse il Papa in due occasioni
“In riferimento a ciò voglio dire grazie ai miei giovani amici, con l’aiuto dei quali, analizzando i profondi e bellissimi problemi della vita umano, ho scritto “ Amore e responsabilità “ , così, divenuto Papa, esprimerà la sia gratitudine, mentre così scriverà nel libro “Alzatevi, andiamo”, pubblicato nel 2004: “Dall’incontro con i fidanzati, con gli sposi, con le famiglie nacquero la “ La bottega dell’orefice” e lo studio “ Amore e responsabilità” e la  “ Lettera alle famiglie”.” Senza nulla togliere a nessuno, è legittimo  chiederci quanti teologici possano dire altrettanto parlando di un documento pontificio!!
Ma altri segnali indicano la grande e profetica attenzione rivolta da Mons. Wojtyla al grande tema della famiglia.
Il 28 Dicembre 1969, ai fedeli riuniti ricordava che “ Dio, donando all’uomo e alla donna il potere di trasmettere la vita, li ha assimilati al potere divino di “ creare” per cui “ l’opera della creazione continua attraverso la famiglia”. In non rare circostanze, sfidando a viso aperto il potere, denunciava l’arroganza di un sistema che, subdolamente, cercava di annullare la famiglia sottraendole il diritto di essere se stessa. Al termine di un’omelia, con audacia e lungimiranza profetica, così si espresse: “  Non è lecito distruggere la famiglia: essa costituisce l’opera di Dio”.. Quante volte questa frase è stata pronunciata in 26 anni di ministero petrino, quante volte questo suo grido si è alzato in ogni continente, davanti a rappresentanti di regimi democratici o tiranni..quante volte!!!  

E proprio per contrastare il programma di un’ideologia che orava contro l’uomo e la sua dignità, insieme alla sua amica Wanda Poltwaska aprì un Consultorio Familiare, di fatto clandestino, braccio operativo degli studi sulla famiglia che venivano promossi e coordinati dallo stesso Cardinale, ma con la fondamentale collaborazione dei laici.
Come si può constatare, tutto l’insegnamento e l’opera del Beato Giovanni Paolo II hanno sempre avuto come filo conduttore la difesa e la promozione della famiglia dentro un orizzonte cristiano ed umano; egli infatti, come spiega nel ciclo di Catechesi dedicate all’amore umano, coglieva il senso profondo della famiglia, la sua essenza più autentica solo dentro il Mistero Trinitario e, quindi, nella dimensione divina.