Il Beato Giovanni Paolo II, il vero " teologo" dell Corpus Domini
Polonia,Niepolomice, SS.Sacramento Chiesa di S. Carlo [ Viaggio amicibrescianiGPII] |
In effetti, come ha ricordato anche
il Card. Dziwisz,
Giovanni Paolo II si stupì non poco constatando che in un Paese in cui veniva riconosciuta come
religione di Stato quella cattolica, non si svolgesse la Processione del Corpus
Domini a Roma, centro della Cristianità. Tale stupore era giustificato dal
fatto che il Cardinale Wojtyla, per anni, aveva lottato contro le autorità perché
fosse possibile celebrare pubblicamente
tale ricorrenza così importante e centrale per la vita dei credenti. Sono in tal senso eloquenti le parole
pronunciate dall’Arcivescovo di Cracovia il 19 Giugno 1971, quando, nel corso di un'omelia, così confidò: “ Bene
capite, allora, miei cari, che l’itinerario, oggi percorso, non è stato da me
accettato, quanto imposto. Io Metropolita di Cracovia, non potevo accettarlo.
Ho fatto le mie rimostranze alle autorità di Cracovia e a quelle superiori del
nostro governo, giungendo al Primo Ministro..” E nel 1977 così si
esprimeva: “ Voi sapete che da anni
intervengo presso le autorità centrali e presso quelle di Cracovia per
risolvere la questione della processione..Desidero esprimere a nome di tutta la
Comunità cattolica il rammarico per la lentezza con cui viene portata avanti la
cosa” e aggiungeva con rammarico non privo però di speranza: “ Ci duole che nel Rynek ( Piazza principale di Cracovia n.d.r), si possano svolgere molteplici
manifestazioni, mentre non può entrarvi il vescovo con il SS.mo Sacramento”. A
quale “ cosa” si riferiva Mons. Wojtyla? Egli denunciava il fatto che dal 1939
non fu più consentito alla Chiesa di manifestare pubblicamente la propria fede.
Per
Karol Wojtyla, e poi per Giovanni Paolo II, l’adorazione pubblica del SS.
Sacramento non rappresentava una sorta di “ prova di forza identitaria”, bensì
la testimonianza di un popolo che rende gloria a Dio, che a Lui si rivolge
riconoscendo nell’Eucaristia “ la Verità che nutre e dà la vita” ( Omelia
Corpus Domini 1977). Come scriverà più tardi, “La Chiesa vive dell'Eucarestia”, che illumina
l’esistenza dell’uomo proprio in quanto “ E’ davvero uno squarcio di cielo che sia apre sulla terra, è un raggio di gloria della Gerusalemme
celeste, che penetra le nubi della nostra storia e getta luce sul nostra
cammino”. In tal modo l’uomo non è solo, non è una monade abbandonata a se
stessa, priva di senso e direzione.
Colui che “ vive dell’Eucaristia” trova in
sé la forza di affrontare la fatica e la sofferenza, le delusioni e le sconfitte,
i problemi e le gioie; egli sperimenta
anche l’Amore che apre e include ogni essere umano dentro una rinnovata umanità
,la cui sorgente è radicata in Cristo, nel “ Suo Sangue e nel Suo Corpo”offerti
per noi.
Di
tutto questo era consapevole il beato Giovanni Paolo II, “ uomo eucaristico” che, con la semplicità e la tenerezza del “ bambino di Dio, un giorno, in un
documento magisteriale, così ha
confidato : “E' bello intrattenersi
con Lui e, chinati sul suo petto come il discepolo prediletto, essere toccati,
dall'amore infinito del suo cuore…Quante
volte ho fatto questa esperienza, e ne ho tratto forza, consolazione, sostegno! Da oltre mezzo
secolo, ogni giorno, i miei occhi si sono raccolti sull'ostia e sul calice in
cui il tempo e lo spazio si sono in qualche modo contratti e il dramma del
Golgota si è ripresentato al vivo, svelando la sua misteriosa contemporaneità.”[ Ecclesia de Eucharistia, 2003]
Desideriamo
concludere con la testimonianza di Monsignor Konrad Krajewski, cerimoniere pontificio le cui
parole non hanno bisogno di commento. Non è una summa teologica sull’Eucaristia,
non è neppure la sintesi di un’omelia di alto respiro, è qualcosa di più,
decisamente qualcosa di più….
“Ormai il Pontefice non camminava più. Il
maestro delle celebrazioni e io lo abbiamo issato con la sedia sulla
piattaforma della macchina appositamente preparata per la processione: davanti
al Papa, sull'inginocchiatoio, era posto l'ostensorio con il Santissimo
Sacramento. Durante la processione il Pontefice si è rivolto a me in polacco,
chiedendo di potersi inginocchiare. Sono rimasto imbarazzato da tale domanda,
perché fisicamente il Papa non era in grado di farlo. Con grande delicatezza,
ho suggerito l'impossibilità di inginocchiarsi, poiché la macchina oscillava
durante il percorso, e sarebbe stato molto pericoloso compiere un gesto simile.
Il Papa ha risposto con il suo famoso dolce "mormorio". Trascorso un
po' di tempo, all'altezza della Pontificia Università "Antonianum",
ha ripetuto di nuovo: "Voglio inginocchiarmi!", e io, con grande
difficoltà nel dover ripetere il rifiuto, ho suggerito che sarebbe stato più
prudente tentare di farlo nelle vicinanze di Santa Maria Maggiore; e di nuovo
ho sentito quel "mormorio". Tuttavia, dopo qualche istante, giunti
alla curia dei padri Redentoristi, ha esclamato con determinazione, e quasi
gridando, in polacco: "Qui c'è Gesù! Per favore...".
"Qui c'è Gesù! Per favore"....Che catechesi, che lezione per tutti, veramente per tutti, nessuno escluso!!!