sabato 9 giugno 2012


Il Beato Giovanni Paolo II, il  vero " teologo" dell Corpus Domini




Polonia,Niepolomice, SS.Sacramento
Chiesa di S. Carlo [ Viaggio amicibrescianiGPII]
Quando nel 1979  Giovanni Paolo II rinnovò la celebrazione del Corpus Domini nella tradizione della diocesi di Roma ,non pochi si chiesero perché proprio un Papa non  italiano, che proveniva per di più da un Paese dell’Est, avesse voluto  ripristinare la Processione per le vie di Roma  che da allora si svolge il GiovedìA conferma di questo, possiamo leggere quanto scrive il Riccardi  “Eletto papa, Giovanni Paolo II si stupì che, per il Corpus Domini, non ci fosse la processione eucaristica per le strade di Roma. L’avrebbe ripristinata, partecipandovi di persona, secondo il tradizionale tragitto da San Giovanni in Laterano a santa Maria Maggiore, malgrado le perplessità del clero romano" [ Andrea Riccardi, Biografia pag. 130]

In effetti, come ha ricordato anche il Card. DziwiszGiovanni Paolo II si stupì non poco constatando che in un Paese in cui veniva riconosciuta come religione di Stato quella cattolica, non si svolgesse la Processione del Corpus Domini a Roma, centro della Cristianità. Tale stupore era giustificato dal fatto che il Cardinale Wojtyla, per anni, aveva lottato contro le autorità perché fosse possibile celebrare pubblicamente  tale ricorrenza così importante e centrale per la vita dei credenti.  Sono in tal senso eloquenti le parole pronunciate dall’Arcivescovo di Cracovia il 19 Giugno 1971, quando, nel corso di un'omelia, così confidò: Bene capite, allora, miei cari, che l’itinerario, oggi percorso, non è stato da me accettato, quanto imposto. Io Metropolita di Cracovia, non potevo accettarlo. Ho fatto le mie rimostranze alle autorità di Cracovia e a quelle superiori del nostro governo, giungendo al Primo Ministro..” E nel 1977 così si esprimeva: “ Voi sapete che da anni intervengo presso le autorità centrali e presso quelle di Cracovia per risolvere la questione della processione..Desidero esprimere a nome di tutta la Comunità cattolica il rammarico per la lentezza con cui viene portata avanti la cosa” e aggiungeva con rammarico non privo  però di speranza: “ Ci duole che nel Rynek ( Piazza principale di Cracovia n.d.r), si possano svolgere molteplici manifestazioni, mentre non può entrarvi il vescovo con il SS.mo Sacramento”. A quale “ cosa” si riferiva Mons. Wojtyla? Egli denunciava il fatto che dal 1939 non fu più consentito alla Chiesa di manifestare pubblicamente la propria fede.
Per Karol Wojtyla, e poi per Giovanni Paolo II, l’adorazione pubblica del SS. Sacramento non rappresentava una sorta di “ prova di forza identitaria”, bensì la testimonianza di un popolo che rende gloria a Dio, che a Lui si rivolge riconoscendo nell’Eucaristia “ la Verità che nutre e dà la vita” ( Omelia Corpus Domini 1977). Come scriverà più tardi, “La Chiesa vive dell'Eucarestia”, che illumina l’esistenza dell’uomo proprio in quanto “ E’ davvero uno squarcio di cielo che sia apre sulla terra, è un raggio di gloria della Gerusalemme celeste, che penetra le nubi della nostra storia e getta luce sul nostra cammino”. In tal modo l’uomo non è solo, non è una monade abbandonata a se stessa, priva di senso e direzione. 
Colui che “ vive dell’Eucaristia” trova in sé la forza di affrontare la fatica e la sofferenza, le delusioni e le sconfitte, i problemi e le gioie; egli  sperimenta anche l’Amore che apre e include ogni essere umano dentro una rinnovata umanità ,la cui sorgente è radicata in Cristo, nel  “ Suo Sangue e nel Suo Corpo”offerti per noi.
Di tutto questo era consapevole il beato Giovanni Paolo II, “ uomo eucaristico”  che, con la semplicità e la tenerezza  del “ bambino di Dio, un giorno, in un documento magisteriale,  così ha confidato : “E' bello intrattenersi con Lui e, chinati sul suo petto come il discepolo prediletto, essere toccati, dall'amore infinito del suo cuore…Quante volte ho fatto questa esperienza, e ne ho tratto forza, consolazione, sostegno! Da oltre mezzo secolo, ogni giorno, i miei occhi si sono raccolti sull'ostia e sul calice in cui il tempo e lo spazio si sono in qualche modo contratti e il dramma del Golgota si è ripresentato al vivo, svelando la sua misteriosa contemporaneità.”[ Ecclesia de Eucharistia, 2003]
Desideriamo concludere con la testimonianza di  Monsignor Konrad Krajewski, cerimoniere pontificio le cui parole non hanno bisogno di commento. Non è una summa teologica sull’Eucaristia, non è neppure la sintesi di un’omelia di alto respiro, è qualcosa di più, decisamente qualcosa di più….

Ormai il Pontefice non camminava più. Il maestro delle celebrazioni e io lo abbiamo issato con la sedia sulla piattaforma della macchina appositamente preparata per la processione: davanti al Papa, sull'inginocchiatoio, era posto l'ostensorio con il Santissimo Sacramento. Durante la processione il Pontefice si è rivolto a me in polacco, chiedendo di potersi inginocchiare. Sono rimasto imbarazzato da tale domanda, perché fisicamente il Papa non era in grado di farlo. Con grande delicatezza, ho suggerito l'impossibilità di inginocchiarsi, poiché la macchina oscillava durante il percorso, e sarebbe stato molto pericoloso compiere un gesto simile. Il Papa ha risposto con il suo famoso dolce "mormorio". Trascorso un po' di tempo, all'altezza della Pontificia Università "Antonianum", ha ripetuto di nuovo: "Voglio inginocchiarmi!", e io, con grande difficoltà nel dover ripetere il rifiuto, ho suggerito che sarebbe stato più prudente tentare di farlo nelle vicinanze di Santa Maria Maggiore; e di nuovo ho sentito quel "mormorio". Tuttavia, dopo qualche istante, giunti alla curia dei padri Redentoristi, ha esclamato con determinazione, e quasi gridando, in polacco: "Qui c'è Gesù! Per favore...".  

"Qui c'è Gesù! Per favore"....Che catechesi, che lezione per tutti, veramente per tutti, nessuno escluso!!!