venerdì 20 luglio 2012


Bob Dylan…e una sera di Settembre!!

Qualche giorno fa, a Barolo ( Cuneo), si è esibito uno dei più grandi cantautori americani, colui che, secondo un giudizio unanime, ha rivoluzionato il mondo della musica d’autore divenendo la voce di intere generazioni. Stiamo parlando di Bob Dylan, recentemente insignito di un’alta onorificenza dallo stesso Presidente degli Stati Uniti.
E’ legittimo chiedersi che cosa abbia in comune il “ menestrello del Minnesota”e Giovanni Paolo II. Per rispondere bisogna ritornare con la memoria a  quanto accaduto una sera di 15 anni fa, in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale tenutosi a Bologna. Gli organizzatori, non senza l’imbarazzo di qualche autorevolissimo Cardinale, vollero riunire in una grande festa i giovani, il Papa e i più importanti cantanti italiani e stranieri, tra i quali Bob Dylan. Alcuni di noi erano presenti in quella notte che rimarrà indelebilmente scolpita nel cuore e nella mente.
Precisiamo subito ch Dylan è stato, ed è,  in qualche modo, il “ mito” della nostra generazione,l’artista che, con le sue canzoni, ha alimentato i sogni di giovani animati da ideali di pace, speranza, giustizia, libertà. In effetti, pur vivendo un intenso e solido cammino di formazione religiosa, negli Oratori o nei Movimenti, non eravamo indifferenti alla cosiddetta musica leggera e neppure ai complessi rock o beat famosi in quegli anni. Per qualcuno di noi Bob Dylan rappresentava il “ top” , anche e soprattutto per i messaggi veicolati dalle sue “ poesie” in musica. D’altra parte,non possiamo negare che talvolta ci sorgeva un dubbio legittimo: i nostri gusti musicali potevano coesistere con l’educazione religiosa, con il nostro essere cristiani e cattolici? Gli adulti, in un certo senso la Chiesa stessa, sembravano nutrire qualche perplessità. Come, infatti, prestare credito a certi musicisti,  ribelli e anticonformisti, pseudo – icone e pseudo- maestri di un mondo giovanile impegnato a sovvertire regole, costumi, valori? In fondo, i nostri genitori, i nostri educatori  neppure certi alti prelati, non avevano del tutto torto..ma forse non sapevano guardare oltre l’apparenza, oltre i limiti, pur evidenti, di un fenomeno nuovo!!
Poi…ecco un uomo, addirittura un Papa che sembrava dicesse: “venite con me ad ascoltare la musica che vi piace, l’ascolto anch’io, l’ascoltiamo insieme; vi aiuterò a gioirne e a goderne nel modo bello e positivo”. Vedere quindi il nostro cantante preferito, Bob Dylan, cantare davanti al Papa,  “ il nostro Papa”, e inchinarsi davanti a lui, è stato molto più di un sogno. Abbiamo continuato ad amare la bellezza della classici, ad ascoltare Chopin e Mozart, ma  abbiamo preso coscienza che la nostra fede non si sarebbe indebolita per le emozioni provate durante un concerto di Dylan o Baglioni, anzi!! Abbiamo amato ancora di più la Chiesa perché, lei sola, ci rispettava, ci “ prendeva sul serio”,  accogliendo tutto di noi e non minimizzando affatto i nostri interessi, le nostre passioni, i nostri gusti. Il  Papa stesso, con quell’audacia apostolica che lo contraddistingueva,  ci aiutava a comprendere quanto essere di Cristo non significasse assolutamente escludere parte di noi, “ violentare” la nostra umanità, tutt’altro. In ogni aspetto dell’esistenza, fosse anche una canzone non “ religiosa”, è possibile trarre uno spunto, un’ispirazione che poi si può tramutare in messaggio positivo e valoriale.  Giovanni Paolo II, il quella sera del 27 Settembre 1997, fece proprio questo : riuscì ad estrapolare il meglio dalla canzone più nota di Dylan, quel Blowin’ In The Wind che, proprio in questi giorni, compie 50 anni.
Così si espresse il Grande Papa:
Poco fa un vostro rappresentante ha detto, a vostro nome, che la risposta alle domande della vostra vita "sta soffiando nel vento". E' vero! Però non nel vento che tutto disperde nei vortici del nulla, ma nel vento che è soffio e voce dello Spirito, voce che chiama e dice "vieni!" (cfr Gv 3, 8; Ap 22, 17).
Mi avete chiesto: quante strade deve percorrere un uomo per potersi riconoscere uomo? Vi rispondo: una! Una sola è la strada dell'uomo, e questa è Cristo, che ha detto "Io sono la via" (Gv 14, 6). Egli è la strada della verità, la via della vita. Vi dico perciò: ai crocicchi in cui si intersecano i tanti sentieri delle vostre giornate, interrogatevi sul valore di verità di ogni vostra scelta. Può succedere, talora, che la decisione sia difficile e dura, e che la tentazione del cedimento si faccia insistente. Capitò già ai discepoli di Gesù, perché il mondo è pieno di strade comode e invitanti, strade in discesa che s'immergono nell'ombra della valle, dove l'orizzonte si fa sempre più ristretto e soffocante. Gesù vi propone una strada in salita, che è fatica percorrere, ma che consente all'occhio del cuore di spaziare su orizzonti sempre più vasti. A voi la scelta: lasciarvi scivolare in basso verso le valli di un piatto conformismo o affrontare la fatica dell'ascesa verso le vette su cui si respira l'aria pura della verità, della bontà, dell'amore”.
Queste parole, ispirate dal testo della canzone più famosa di uno dei più grandi artisti internazionali, il “ mito delle ultime generazioni,  ebbero la forza e il potere di scuotere il cuore e la mente delle centinaia di migliaia di giovani presenti. Fu una grande festa, come allora confidò il Papa che, con il suo grande cuore, così si rivolse a noi: “Carissimi giovani, vi ringrazio per questa festa, che avete voluto organizzare come una sorta di dialogo a più voci, dove musica e coreografia ci aiutano a riflettere ed a pregare”. Anche grazie a simili esperienze, abbiamo imparato che la fede è una realtà viva, concreta, incarnata nella storia, piccola o grande che sia; abbiamo imparato che tutto converge verso il Centro, Gesù Cristo, “Via Verità e Vita”.
A noi il compito, il meraviglioso compito, di non tralasciare alcun sentiero che ci porti a Lui, ma di aprire cuore e intelligenza per intraprendere percorsi spesso imprevedibili, lungo i quali possiamo però trovare una scintilla di verità!! Il beato Giovanni Paolo II non ha avuto paura di solcare cammini nuovi e inusuali, non ha temuto di ascoltare con i suoi giovani amici un cantante di nome  Bob Dylan. Un vero padre, un vero maestro, una vera guida, un testimone credibile!!!