Bob Dylan…e una sera di Settembre!!
Qualche
giorno fa, a Barolo ( Cuneo), si è esibito uno dei più grandi cantautori
americani, colui che, secondo un giudizio unanime, ha rivoluzionato il mondo
della musica d’autore divenendo la voce di intere generazioni. Stiamo parlando
di Bob Dylan, recentemente insignito di un’alta onorificenza dallo stesso
Presidente degli Stati Uniti.
E’
legittimo chiedersi che cosa abbia in comune il “ menestrello del Minnesota”e
Giovanni Paolo II. Per rispondere bisogna ritornare con la memoria a quanto accaduto una sera di 15 anni fa, in
occasione del Congresso Eucaristico Nazionale tenutosi a Bologna. Gli
organizzatori, non senza l’imbarazzo di qualche autorevolissimo Cardinale,
vollero riunire in una grande festa i giovani, il Papa e i più importanti
cantanti italiani e stranieri, tra i quali Bob Dylan. Alcuni di noi erano
presenti in quella notte che rimarrà indelebilmente scolpita nel cuore e nella
mente.
Precisiamo
subito ch Dylan è stato, ed è, in
qualche modo, il “ mito” della nostra generazione,l’artista che, con le sue
canzoni, ha alimentato i sogni di giovani animati da ideali di pace, speranza,
giustizia, libertà. In effetti, pur vivendo un intenso e solido cammino di
formazione religiosa, negli Oratori o nei Movimenti, non eravamo indifferenti
alla cosiddetta musica leggera e neppure ai complessi rock o beat famosi in
quegli anni.
Per qualcuno di noi Bob Dylan rappresentava il “ top” , anche e soprattutto per
i messaggi veicolati dalle sue “ poesie” in musica. D’altra parte,non possiamo
negare che talvolta ci sorgeva un dubbio legittimo: i
nostri gusti musicali potevano coesistere con l’educazione religiosa, con il
nostro essere cristiani e cattolici? Gli adulti, in un certo senso la Chiesa
stessa, sembravano nutrire qualche perplessità. Come, infatti, prestare credito
a certi musicisti, ribelli e
anticonformisti, pseudo – icone e pseudo- maestri di un mondo giovanile
impegnato a sovvertire regole, costumi, valori? In fondo, i nostri genitori, i
nostri educatori neppure certi alti
prelati, non avevano del tutto torto..ma forse non sapevano guardare oltre l’apparenza,
oltre i limiti, pur evidenti, di un fenomeno nuovo!!
Poi…ecco
un uomo, addirittura un Papa che sembrava dicesse: “venite con me ad ascoltare
la musica che vi piace, l’ascolto anch’io, l’ascoltiamo insieme; vi aiuterò a
gioirne e a goderne nel modo bello e positivo”. Vedere quindi il nostro
cantante preferito, Bob Dylan, cantare davanti al Papa, “ il nostro Papa”, e inchinarsi davanti a
lui, è stato molto più di un sogno. Abbiamo continuato ad amare la bellezza della
classici, ad ascoltare Chopin e Mozart, ma
abbiamo preso coscienza che la nostra fede non si sarebbe indebolita per
le emozioni provate durante un concerto di Dylan o Baglioni, anzi!! Abbiamo
amato ancora di più la Chiesa perché, lei sola, ci rispettava, ci “ prendeva
sul serio”, accogliendo tutto di noi e non
minimizzando affatto i nostri interessi, le nostre passioni, i nostri gusti. Il Papa stesso, con quell’audacia apostolica che
lo contraddistingueva, ci aiutava a
comprendere quanto essere di Cristo non significasse assolutamente escludere
parte di noi, “ violentare” la nostra umanità, tutt’altro. In ogni aspetto
dell’esistenza, fosse anche una canzone non “ religiosa”, è possibile trarre
uno spunto, un’ispirazione che poi si può tramutare in messaggio positivo e
valoriale. Giovanni Paolo II, il quella
sera del 27 Settembre 1997, fece proprio questo :
riuscì ad estrapolare il meglio dalla canzone più nota di Dylan, quel Blowin’
In The Wind che, proprio in questi giorni, compie 50 anni.
Così si espresse il
Grande Papa:
“Poco fa un vostro rappresentante ha detto, a vostro nome, che la
risposta alle domande della vostra vita "sta soffiando nel vento". E'
vero! Però non nel vento che tutto disperde nei vortici del nulla, ma nel vento
che è soffio e voce dello Spirito, voce che chiama e dice "vieni!"
(cfr Gv 3, 8; Ap 22, 17).
Mi avete chiesto: quante strade deve percorrere un
uomo per potersi riconoscere uomo? Vi rispondo: una! Una sola è la strada
dell'uomo, e questa è Cristo, che ha detto "Io sono la via" (Gv 14, 6). Egli è la strada della
verità, la via della vita. Vi dico perciò: ai crocicchi in cui si intersecano i
tanti sentieri delle vostre giornate, interrogatevi sul valore di verità di
ogni vostra scelta. Può succedere, talora, che la decisione sia difficile e
dura, e che la tentazione del cedimento si faccia insistente. Capitò già ai
discepoli di Gesù, perché il mondo è pieno di strade comode e invitanti, strade
in discesa che s'immergono nell'ombra della valle, dove l'orizzonte si fa
sempre più ristretto e soffocante. Gesù vi propone una strada in salita, che è
fatica percorrere, ma che consente all'occhio del cuore di spaziare su orizzonti
sempre più vasti. A voi la scelta: lasciarvi scivolare in basso verso le valli
di un piatto conformismo o affrontare la fatica dell'ascesa verso le vette su
cui si respira l'aria pura della verità, della bontà, dell'amore”.
Queste
parole, ispirate dal testo della canzone più famosa di uno dei più grandi
artisti internazionali, il “ mito delle ultime generazioni, ebbero la forza e il potere di scuotere il
cuore e la mente delle centinaia di migliaia di giovani presenti. Fu una grande
festa, come allora confidò il Papa che, con il suo grande cuore, così si
rivolse a noi: “Carissimi giovani, vi ringrazio per questa festa, che avete voluto
organizzare come una sorta di dialogo a più voci, dove musica e
coreografia ci aiutano a riflettere ed a pregare”. Anche grazie a simili
esperienze, abbiamo imparato che la fede è una realtà viva, concreta, incarnata
nella storia, piccola o grande che sia; abbiamo imparato che tutto converge
verso il Centro, Gesù Cristo, “Via Verità e Vita”.
A noi il compito, il
meraviglioso compito, di non tralasciare alcun sentiero che ci porti a Lui, ma
di aprire cuore e intelligenza per intraprendere percorsi spesso imprevedibili,
lungo i quali possiamo però trovare una scintilla di verità!! Il beato Giovanni
Paolo II non ha avuto paura di solcare cammini nuovi e inusuali, non ha temuto
di ascoltare con i suoi giovani amici un cantante di nome Bob Dylan. Un vero padre, un vero maestro,
una vera guida, un testimone credibile!!!