mercoledì 4 luglio 2012


La vittoria dello Sport

Il post di oggi è sicuramente non in linea con i consueti temi, ma ci piace commentare l’esito della partita finale del Campionato europeo.
Ha vinto la Spagna, come tutti sanno, ma la nostra squadra non ha certo  dimostrato minori qualità, anzi. Bravi a tutti i giocatori, anche se, è inutile negarlo, gli Iberici, sotto il profilo calcistico, appartengono ad un altro pianeta o, forse no!!
Due considerazioni molto brevi da parte di chi non si intende di sport.
Noi crediamo che gli atleti in campo, tutti, nessuno escluso, abbiano in qualche modo dato prova di una grande sportività dimostrando quei valori che il Beato Giovanni Paolo II attribuiva anche all’attività agonistica: la fatica,  lo spirito di sacrificio, l’umiltà, l’amore per la “ maglia”, quindi per la Patria, la capacità di gioire e di soffrire, nella vittoria e nella sconfitta e, non ultimo, il rispetto per l’avversario. A tal proposito segnaliamo un episodio, sfuggito ai più.  I 90’ erano già trascorsi, le squadre stavano giocando i pochissimi minuti del cosiddetto “ recupero”, quando il portiere spagnolo si è avvicinato ad un arbitro per invitarlo a decretare la conclusione della gara per rispetto nei confronti degli Italiani. Il campione, vedendo quanto gli avversari erano stanchi e frustrati, non voleva che si infierisse ulteriormente: anche nello sport è importante e fondamentale rispettare la dignità dello sconfitto. Gli stessi vincitori  hanno accompagnato con un lungo applauso i loro avversari che ricevevano la medaglia da M. Platini. Una bella pagina di sport!!
La seconda considerazione riguarda la squadra Campione d’Europa. Siamo Italiani, ma non per questo non dobbiamo apprezzare i nostri avversari quando possono comunicare qualcosa di positivo.
I giocatori che, a Madrid, scendevano dall’aereo non avevano certo l’atteggiamento di chi, solo poche ore prima, era entrato nella “ leggenda”, se pur solo sportiva: sembravano ragazzi al ritorno da un campionato di terza, quarta categoria. Molta semplicità e sobrietà, nessun atteggiamento da “ divi.
La sera, poi, è stato un tripudio di allegria, di vera e sana allegria. La gioia dei Campioni era bella, pulita, spontanea  proprio come quella dei bambini: giocavano, ballavano, cantavano, scherzavano tra di loro, si divertivano e facevano divertire le centinaia di migliaia di tifosi convenuti nella Piazza principale di Madrid. E poi colpiva moltissimo l’amicizia, sì l’amicizia. Si vedeva benissimo che tra di loro vi erano un legame vero, profondo, sincero, una stima autentica e una condivisione dell’obiettivo, quindi della fatica e della gioia. Nessuno di loro primeggiava, mentre il giocatore migliore del torneo faceva festa con i compagni lontano da ogni smania di protagonismo..anzi..Grazie alla televisione spagnola, abbiamo potuto ammirare quindi non tanto dei grandi campioni ma degli amici che non avevano paura di manifestare i loro sentimenti, la loro gratitudine reciproca con slanci di affetto  tipici del temperamento iberico. Del resto, secondo gli stessi esperti, proprio l’unità è il segreto di questa squadra in cui ogni giocatore si mette completamente al servizio del gruppo.

Ecco quello che rimarrà del Campionato Europeo: lo sguardo sereno, gioioso, felici di chi sa bene che, in fondo, si è trattato solo di una partita, di un gioco, nulla di più.  Uno di loro,  pochi giorni prima della fase finale, aveva dichiarato “ Una perdita non è mai un fallimento. Non mi importa di perdere, sono preoccupato di lasciare la partita con la sensazione di non aver provato e ciò, in questa squadra, so che non accadrà….Anche nella sconfitta può esserci fierezza”. E questo vale per tutto e per tutti.
Forse, non è un caso che uno dei Campionati europei più intensi per emozioni e per spirito sportiva si sia svolto in Polonia e in Ucraina!!