giovedì 5 aprile 2012


Viaggio in Polonia, amicibrescianiGPII

Giovedì Santo

Forse non tuti ricorderanno, ma il beato Giovanni Paolo II, nel corso del suo Pellegrinaggio Giubilare in Terra Santa, celebrò una S. Messa nella Cappella del Cenacolo, luogo in cui, secondo la tradizione, Gesù istituì l’Eucaristia. Si trattò di un evento storico, se non epocale: a nessun Papa, prima e dopo di lui, è stata concessa una tale Grazia. Non dobbiamo meravigliarci: Giovanni Paolo II ha sempre vissuto la fede non solo come un’esperienza intelletuale e spirituale, ma come un’ urgenza interiore che lo portava a vivere realmente gli Eventi della vita del Cristio, in modo particolare i Misteri legati alla Passione, Morte e Risurrezione.  In quella straordinaria occasione, è stata scattata una foto molto significativa che, per ragioni di copyright,non possiamo pubblicare. In questa foto, scattata al termine della Celebrazione, si vede il Papa, già malato e debole, in ginocchio sul nudo pavimento con la fronte appoggiata allo spigolo dell’altare: è stupefacente l’intensità della sua preghiera. Anche da una povera fotografia è possibile infatti comprendere che, in quell’istante, il Papa stava “ vivendo” l’Evento, si stava immedesimando completamente con la pagina del Vangelo divenuta così Viva Memoria. 
Per Giovanni Paolo II l’Eucaristia ha sempre rappresentato il centro della sua esistenza e del suo essere sacerdote.  Del resto nell’ Enciclica “ Ecclesia de Eucharestia ( Giovedì Santo 2003), così confidava: Da oltre mezzo secolo, ogni giorno, da quel 2 novembre 1946 in cui celebrai la mia prima Messa nella cripta di San Leonardo nella cattedrale del Wawel a Cracovia, i miei occhi si sono raccolti sull'ostia e sul calice in cui il tempo e lo spazio si sono in qualche modo « contratti » e il dramma del Golgota si è ripresentato al vivo, svelando la sua misteriosa « contemporaneità ». Ogni giorno la mia fede ha potuto riconoscere nel pane e nel vino consacrati il divino Viandante che un giorno si mise a fianco dei due discepoli di Emmaus per aprire loro gli occhi alla luce e il cuore alla speranza (cfr Lc 24,13-35). 
E il peggioramento che lo avrebbe poi portato alla morte si è manifestato proprio un giovedì, mentre pregava davanti al Santissimo!!
Giovane seminarista, in alcune sue poesie esprime tutto il suo amore rivolto a quel Pane di frumento, cantato  nella sua luminosità e nel suo chiarore come presenza viva di Cristo che raggiunge la nostra vita per vie a noi oscure: T’amo pallida luce del pane di frumento/ in cui l’eterno dimora un istante,/ la nostra riva raggiungendo/ per occulti sentieri. In un altro componimento lirico ci ricorda che Dio venne vicino ad ogni uomo per poi “ nascondersi” ,perdurando nell’Eucaristia:  Dio venne fin qui, si fermò a un passo dal nulla,/ ai nostri occhi vicinissimo./ E parve ai cuori aperti, e parve ai cuori semplici,/sparito all’ombra delle spighe . Karol Wojtyla con realismo mistico, nota sia l’atteggiamento dei discepoli sia l’attenzione del Maestro che così esorta i suoi:  Imparate, diletti, vi prego questo mio nascondiglio/ Dove mi sono nascosto, lì perduro. Dio sembra nascosto, eppure l’uomo lo può incontrare; Dio desidera farsi incontrare; questo è possibile nel Sacramento dell’Eucaristia che si rivela in tutta la sua pienezza in semplici spighe a cui il Poeta rivolge l’incalzante domanda: Dite, giovani spighe, non sapete/ dov’Egli si è celato?/ dove cercarlo – noi ditelo, spighe/ dove cercarLo, nella vostra abbondanza?

Alla luce di tutto questo, perché stupirci se proprio il Beato Giovanni Paolo II ha potuto camminare e celebrare l’Eucaristia laddove Cristo ha voluto rendersi Presente con il suo Amore, non lasciando soli noi poveri e smarriti uomini?