Viaggio in Polonia, amicibrescianiGPII |
Giovedì Santo
Forse
non tuti ricorderanno, ma il beato Giovanni Paolo II, nel corso del suo
Pellegrinaggio Giubilare in Terra Santa, celebrò una S. Messa nella Cappella
del Cenacolo, luogo in cui, secondo la tradizione, Gesù istituì l’Eucaristia.
Si trattò di un evento storico, se non epocale: a nessun Papa, prima e dopo di
lui, è stata concessa una tale Grazia. Non dobbiamo meravigliarci: Giovanni
Paolo II ha sempre vissuto la fede non solo come un’esperienza intelletuale e
spirituale, ma come un’ urgenza interiore che lo portava a vivere realmente gli
Eventi della vita del Cristio, in modo particolare i Misteri legati alla
Passione, Morte e Risurrezione. In
quella straordinaria occasione, è stata scattata una foto molto significativa
che, per ragioni di copyright,non
possiamo pubblicare. In questa foto, scattata al termine della Celebrazione, si
vede il Papa, già malato e debole, in ginocchio sul nudo pavimento con la
fronte appoggiata allo spigolo dell’altare: è stupefacente l’intensità della
sua preghiera. Anche da una povera fotografia è possibile infatti comprendere
che, in quell’istante, il Papa stava “ vivendo” l’Evento, si stava
immedesimando completamente con la pagina del Vangelo divenuta così Viva
Memoria.
Per
Giovanni Paolo II l’Eucaristia ha sempre rappresentato il centro della sua
esistenza e del suo essere sacerdote. Del
resto nell’ Enciclica “ Ecclesia de Eucharestia ( Giovedì
Santo 2003), così confidava:
Da oltre mezzo secolo, ogni giorno, da quel
2 novembre 1946 in cui celebrai la mia prima Messa nella cripta di San Leonardo
nella cattedrale del Wawel a Cracovia, i miei occhi si sono raccolti sull'ostia
e sul calice in cui il tempo e lo spazio si sono in qualche modo
« contratti » e il dramma del Golgota si è ripresentato al vivo,
svelando la sua misteriosa « contemporaneità ». Ogni giorno la mia
fede ha potuto riconoscere nel pane e nel vino consacrati il divino Viandante
che un giorno si mise a fianco dei due discepoli di Emmaus per aprire loro gli
occhi alla luce e il cuore alla speranza (cfr Lc 24,13-35).
E il peggioramento che lo
avrebbe poi portato alla morte si è manifestato proprio un giovedì, mentre
pregava davanti al Santissimo!!
Giovane seminarista, in
alcune sue poesie esprime tutto il suo amore rivolto
a quel Pane di frumento, cantato nella
sua luminosità e nel suo chiarore come presenza viva di Cristo che raggiunge la
nostra vita per vie a noi oscure: T’amo pallida luce del pane di frumento/
in cui l’eterno dimora un istante,/ la nostra riva raggiungendo/ per occulti
sentieri. In un altro componimento lirico ci ricorda che Dio venne vicino
ad ogni uomo per poi “ nascondersi” ,perdurando nell’Eucaristia: Dio venne fin qui, si fermò a un passo dal
nulla,/ ai nostri occhi vicinissimo./ E parve ai cuori aperti, e parve ai cuori
semplici,/sparito all’ombra delle spighe . Karol Wojtyla con realismo
mistico, nota sia l’atteggiamento dei discepoli sia l’attenzione del Maestro che
così esorta i suoi: Imparate,
diletti, vi prego questo mio nascondiglio/ Dove mi sono nascosto, lì perduro.
Dio sembra nascosto, eppure l’uomo lo può incontrare; Dio desidera farsi
incontrare; questo è possibile nel Sacramento dell’Eucaristia che si rivela in
tutta la sua pienezza in semplici spighe a cui il Poeta rivolge l’incalzante
domanda: Dite, giovani spighe, non sapete/ dov’Egli si è celato?/ dove
cercarlo – noi ditelo, spighe/ dove cercarLo, nella vostra abbondanza?
Alla luce di tutto questo,
perché stupirci se proprio il Beato Giovanni Paolo II ha potuto camminare e
celebrare l’Eucaristia laddove Cristo ha voluto rendersi Presente con il suo
Amore, non lasciando soli noi poveri e smarriti uomini?