sabato 17 marzo 2012

Niepolimice,Chiesa di S. Carlo ( Viaggio amicibresciani GPII)
Il Vangelo: incontro con una Persona
  
Dio non è solamente forza, né solamente luce. Dio è Persona. Solamente l’incontro con quella Persona che è Dio fornisce all’uomo, al mio io il senso dell’importanza assoluta della vita….Non è possibile leggere soltanto il Vangelo. Forse pensate che io allora dica: il Vangelo bisogna viverlo. Sarebbe poco. Nel Vangelo bisogna incontrasi! Sì, incontrarsi! Qualsiasi altro modo di accostarsi ad esso, ogni altro studio, per quanto preciso, esegetico, scientifico possa essere, se non porta a questo si esaurisce nel suo stesso fine. Nel Vangelo bisogna incontrarsi! Incontrarsi con chi? Nel Vangelo bisogna incontrarsi con Lui. Questa è una novità in senso assoluto. Se non è avvenuto quest’incontro il Vangelo non è stato ancora letto”. Attraverso limpide parole,pronunciate nel corso degli  esercizi spirituali tenuti nel 1962, un giovane vescovo di Cracovia cercava di educare i “ suoi” giovani all’autentica libertà, cercava di formare una nuova generazione che, negli anni ’80, sarebbe poi stata protagonista di cambiamenti storici epocali.
Chi avesse l’avventura di leggere qualche omelia o qualche discorso del Vescovo K.Wojtyla e cercasse indicazioni concrete per trasformare la realtà sociale e politica della Polonia degli anni ’60, 70, rimarrebbe deluso. Egli infatti non indicava ricette, programmi, analisi sociologiche, non parlava di “ scelte pastorali”; egli  proponeva al “ suo “ popolo solo una strada, o, meglio “ la strada”: vivere l’incontro con Cristo, fidarsi del suo Amore  che chiede solamente di essere accolto.  Lo ricorda il Papa nelle sue poesie quando, con immagini profondamente evocative, rende viva la Presenza di un Dio che si china sull’uomo, sulla sua debolezza, sul suo essere “ nulla”; Dio non teme la fragilità della sua creatura al punto che, come  scriveva Giovanni Paolo II, Egli “ sottomette la Sua infinità al nostro fallibile pensiero” ( E tu, ogni giorno, torni a moltiplicare/ la mia impotenza/ sottomettendo la Tua infinità/ al mio fallibile pensiero, Canto del Dio nascosto, Bompiani pag. 77)  E  la Croce di Cristo, dirà spesso, è la realtà tangibile di questo amore infinito che non si ferma davanti al nostro limite, alle  nostre cadute.
L’uomo che accoglie l’Amore, impara a conoscere se stesso e, scoprendo la “ sorgente  della sua vera dignità, può cambiare il corso della storia.
Per tutta la vita, fino alla fine, Giovanni Paolo II è stato il testimone e il maestro di una fede viva e ha guidato i “ suoi” giovani all’incontro con Cristo aiutandoli a riscoprire la reale Essenza del Vangelo: questo accadeva nel 1962, questo accadeva nel 2001 quando, davanti alla gioventù del Kazakistan ( paese a maggioranza musulama) non ebbe timore di confessare: “Permettetemi di professare davanti a voi con umiltà e fierezza la fede dei cristiani: Gesù di Nazaret, Figlio di Dio fatto uomo duemila anni orsono, è venuto a rivelarci questa verità con la sua persona e il suo insegnamento. Solo nell'incontro con Lui, Verbo incarnato, l'uomo trova pienezza di autorealizzazione e di felicità. La religione stessa, senza un'esperienza di stupita scoperta e di comunione con il Figlio di Dio, fattosi nostro fratello, si riduce a una somma di principi sempre più ardui da capire e di regole sempre più difficili da sopportare”.
Con nel cuore e nella mente questa certezza rocciosa, il Beato Giovanni Paolo II ha contribuito, come pochissimi altri, al cambiamento di interi Paesi, ha ridato speranza ad interi popoli, inclusa Cuba i cui mutamente e le cui aperture sono la fioritura del seme gettato e coltivato dall’audacia di uomo armato solo della sua debolezza  e della forza della sua fede