S. Giuseppe e...la paternità del Beato Giovanni Paolo II
Oggi,
19 Marzo festeggiamo S. Giuseppe, una figura particolarmente cara al Beato
Giovanni Paolo II che, nello sposo di Maria, riconosceva il modello di
paternità vissuto dentro il Mistero divino. A S. Giuseppe il Papa ha dedicato
nel 1989 una “ Esortazione Apostolica”, segno della sua grande venerazione.
Per
Giovanni Paolo, Giuseppe è l’uomo che, con il suo “ fiat” ha vissuto una
beatitudine simile a quella della sua sposa. Egli infatti, con tutta la sua
umanità, non è indietreggiato di fonte all’insondabile Mistero che, come un
vento impetuoso, stava travolgendo la sua esistenza…Anzi, scrive il Papa “ Egli prese Maria in tutto il suo mistero
della sua maternità” condividendone, in un certo senso, lo stesso contenuto
dell’Annunciazione.
Wadowice, Viaggio in Polonia amicibrescianiGPII |
Giuseppe
fu veramente padre di Gesù e, proprio per questo, si può affermare che la
salvezza, come ci suggerisce sempre il Papa, passò anche attraverso la vita
quotidiana fatta di piccoli gesti, di condivisioni ,di dialoghi tra un padre e un figlio, un padre che,
aderendo al compito affidato da Dio, ha protetto, nutrito, “ educato” Gesù
facendosi, appunto “ Redemptoris Custos”.
Giuseppe,
ci suggerisce il Papa, fu uomo totalmente immerso nel Mistero che ogni giorno
contemplava nel volto del Figlio, così come faceva Maria. Ed il silenzio unisce
i genitori di Gesù, il silenzio contemplativo di chi è in ginocchio di fronte
alla sorgente dell’Amore, di fronte al Tutto, anche se incomprensibile e
insondabile. Giuseppe, uomo di preghiera, uomo delle vertiginose profondità
interiori, uomo dell’azione che si faceva ogni istante preghiera.
Si
può comprendere quanto decisiva fosse per Giovanni Paolo II la figura di S.
Giuseppe leggendo anche alcune pagine del libro “ Alzatevi, Andiamo”, la cui
lettura, oggi, sarebbe veramente utile per moltissimi sacerdoti e vescovi. Ebbene,
il Papa, non solo ci dice che lo stesso Gesù “ha sperimentato la paternità di Dio stesso attraverso il suo rapporto
di figliolanza”, ma chiarisce come la paternità di Giuseppe sia stata una
continua “scoperta della propria
vocazione a essere padre” , possibile grazie alla vita condivisa con il
Figlio. Giovanni Paolo II viveva il suo
ministero, la sua vocazione come “realizzazione
della stessa paternità” . ( “ Alzatevi, Andiamo”, pag. 108). Egli stesso,
in un certo senso, aveva imparato questa speciale paternità alla scuola di suo
padre, un uomo che,dopo la morte della moglie e del primogenito, non si è lasciato vincere dallo sconforto, ma
ha donato tutto se stesso, tutto il suo amore di padre al figlio più piccolo, dedicandosi
totalmente alla sua educazione, alla sua crescita morale, spirituale e
culturale. Come ricordava talvolta il Papa, tutto questo avveniva nel silenzio,
nella discrezione di un’esistenza tutta radicata nella preghiera. ( cfr “ Dono
e Mistero”)
Quando
Giovanni Paolo II citava l’episodio del padre inginocchiato di notte, in fondo
voleva proprio dire questo: un padre è tale se vive un rapporto di figliolanza
con Dio, se si inginocchia davanti alla Paternità amorosa di Dio in una vita
interiore profonda e continua.
In
una società che, secondo alcuni studi, è “ senza padri” , per molti San
Giuseppe può rappresentare il modello di santità da seguire, testimoniato dal
sublime esempio di Giovanni Paolo II e
di suo padre Karol!!